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venerdì 21 marzo 2008

ZONA C - LA SECCA FUMOSA

L’escursione subacquea più gratificante dal punto di vista biologico è quella intorno alla zona C dove si trova la “Secca Fumosa” : una serie di piloni a base quadrata di probabile costruzione romana, ricoperti da spugne e alghe colorate e di cui non si è ancora capita la funzione, probabilmente servivano da barriere frangiflutti. Su un fondale di circa 15 metri si incontrano zone di acqua calda sulfurea che fuoriesce dalla sabbia, mescolandosi con l’acqua fredda, crea un habitat molto particolare. Del porto romano sono chiaramente visibili i 12 piloni che si ergono maestosi su di un fondale sabbioso. Il passaggio all'esterno dei piloni stessi permette di ammirare un paesaggio quasi lunare, una grande distesa di sabbia dalla luce veramente particolare interrotta qui e là solo da alcune colonne di minuscole bollicine, che indicano le sorgenti a mare di acqua calda, ulteriore testimonianza del passato termale dell'intera zona. Il passaggio tra le due file parallele dei piloni permette di rendersi conto della grandezza dell'opera realizzata in epoca romana, ma anche come questi elementi ormai si siano completamente integrati nel paesaggio sottomarino, fungendo da substrato e permettendo lo sviluppo di una vivacissima flora e fauna dal carattere spiccatamente mediterraneo.
Un'immersione in una zona archeologica così affascinante e ricca di misteri cattura l'attenzione non solo per gli aspetti artistici, urbanistici, storici, ma anche perchè, ancora una volta, è possibile apprezzare come il Mediterraneo resista, in tutti i sensi, alle aggressioni del tempo, della natura e dell'uomo. Seppur non si possano descrivere incontri mirabili ed eccezionali, si può ricordare la presenza, tra le altre, di qualche simpatico e piacevole ospite, come i rossi Apogon imberbis, che si nascondono tra gli anfratti creati nei piloni , i coloratissimi nudibranchi tipo l'Hypselodoris valenciennesi, lo scapigliato anemone di mare, le trasparentissime claveline e poi nel fondo una piccola Pinna nobilis in compagnia di gasteropodi e bivalvi, ricci e stelle marine che colorano questo particolarissimo braccio di mare Mediterraneo. L'immersione nel porto antico di Baia, così come alla città sommersa, non presenta alcuna particolare difficoltà tecnica e risulta molto piacevole e distensiva anche nel freddo periodo invernale. L'immersione in questa stagione fa apprezzare ancora di più la presenza delle molteplici attività vulcaniche sottomarine della zona, come il frequente incontro di sorgenti calde e di punti del fondale in cui l'abbondanza di zolfo, indica la presenza di sabbia piacevolmente calda, non solo per il subacqueo infreddolito, ma anche per le differenti specie di animali, che come le castagnole che si muovono proprio tra le bollicine calde delle sorgenti o vivono adagiati nei pressi dei punti caldi del fondale.